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Oggi voglio raccontarti la storia della stilista che sfidò la moda del suo tempo e liberò le donne dalla schiavitù del corsetto. Il suo nome è Madeleine Vionnet, e le sue sperimentazioni stilistiche hanno contribuito a dare forma a quella che sarebbe diventata l’idea di femminilità nel XX Secolo.

Madeleine Vionnet nasce ad Aubervilliers, villaggio rurale nel dipartimento della Senna, nel 1876. Suo padre lavora come doganiere, ma la famiglia versa in condizioni economiche decisamente sfavorevoli. Forse per questo motivo, la madre abbandona il marito e la figlia quando quest’ultima è ancora una bambina.

La piccola Madeleine e suo padre si trasferiscono nei pressi di Parigi e lì, a soli dieci anni, la bimba inizia a lavorare in una maison de couture come apprendista merlettaia.

A 18 anni si sposa, ma a 19 subito divorzia dopo aver perso un figlio.

Decide così di trasferirsi nel Surrey, in Inghilterra. Per imparare l’inglese trova impiego come lavandaia. Una volta appresa la lingua, inizia a lavorare per la sarta di corte Kate Reilly. Kate le insegna l’intera professione, che va dall’arte del confezionamento degli abiti alla capacità di interagire con i clienti.

Ma il centro della couture di quegli anni non è certo l’Inghilterra: è Parigi. Così Madeleine decide di farvi ritorno. Riesce subito a trovare lavoro presso la Maison Callot Soeurs, una tra le più celebri di tutta la Francia, grazie all’intercessione della condirettrice Madame Gerber.

Lavorando per la maison apprende tutti i segreti dell’alta sartoria e affina la capacità di intuire fino ad anticipare i gusti delle clienti più esigenti.

L’abilità di Madeleine viene presto notata da Jacques Doucet, oggi ritenuto uno dei padri della moda francese. L’anziano stilista la assume per svecchiare la sua maison. Madeleine ne approfitta per realizzare una collezione composta da abiti decisamente rivoluzionari che… non hanno il corsetto!

Durante la presentazione della collezione, le mannequin non indossano nemmeno le scarpe. Madeleine dichiarerà più avanti di essersi ispirata alla ballerina Isadora Duncan, oggi ricordata come la “madre della danza moderna”.

Nel 1912 Madeleine si stacca da Doucet e apre la Maison Vionnet, al 222 di Rue de Rivoli. L’entusiasmo per la nuova avventura dura fino al 1914, anno in cui, a seguito dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la stilista decide di chiudere temporaneamente e riparare a Roma. Qui si appassiona all’arte classica, da cui trae l’ispirazione per l’invenzione che la consegnerà alla storia della moda: il taglio di sbieco, ovvero in diagonale a 45° rispetto al verso della trama e dell’ordito.

“L’abito non deve appendersi al corpo, ma seguire le sue linee.”, sostiene la stilista, “Deve accompagnare chi lo indossa e, quando una donna sorride, l’abito deve sorridere con lei”.

Al termine della guerra torna in Francia e, nel 1919, riapre la sua maison, questa volta in una prestigiosa sede lungo Avenue Montaigne.

Dal “Tempio della Moda” di Madame Vionnet, le signore escono indossando abiti leggeri e fluttuanti, che ricordano le tuniche delle stature greche.

Il successo di quei modelli eleganti eppure comodi, che si adattano così bene alla figura femminile, non tarda a diffondersi. Per proteggersi da copie e plagi, la stilista fonda, nel 1921, l’Associazione per la Difesa delle Belle Arti e delle Arti Applicate.

Negli anni ’30 Madeleine inizia a disegnare abiti molto più complessi, che modella su manichini alti 80 centimetri, prima di realizzarli a grandezza naturale.

Grazie al suo essere all’avanguardia anche in fatto di tutela del personale, cui assicura assistenza sanitaria, rispetto dei diritti sindacali e servizio mensa, riesce a circondarsi del più numeroso e qualificato gruppo di sarte di tutto il Paese.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interrompe bruscamente la carriera di Madeleine Vionnet, che è costretta a chiudere la Maison.

Morirà molti anni dopo, in povertà.

“Se si può parlare di scuola Vionnet, ciò deriva soprattutto dal mio essere stata nemica della moda. C’è qualcosa di superficiale e volatile nei capricci stagionali e sfuggenti della moda che offende il mio senso della bellezza”

Madeleine Vionnet

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