Buongiorno!

Oggi voglio raccontarti la storia di una delle signore della moda italiana: Laura Biagiotti.

Come sempre, cominciamo dal principio.

Nata a Roma nel 1943 sotto il segno zodiacale del Leone, è in qualche modo figlia d’arte, poiché sua madre, Dalia Soldaini Biagiotti, ha fondato e dirige un atelier dove confeziona creazioni molto apprezzate.

“Terminato il liceo classico mi iscrissi alla facoltà di Lettere Antiche e stavo specializzandomi in archeologia cristiana”, racconta Laura nel corso di un’intervista, “quando mi sono trovata catturata dal lavoro di mia madre Delia che aveva una sartoria di Alta Moda”.

L’ operato di Delia raggiunge in quel periodo uno dei maggiori indici di apprezzamento possibili: le viene assegnato l’appalto per disegnare e realizzare le divise delle hostess dell’Alitalia, al tempo ritenute simbolo dell’eleganza italiana nel mondo.

Nel 1965, l’anno d’oro della televisione culturale nostrana e quello in cui a Roma apre il mitico Piper, l’anno dell’aumento dei consumi e quello delle marce per la pace, Laura decide di mettersi in proprio, fondando assieme al marito Gianni Cigna la Biagiotti Export.

Una manciata di anni dopo, seguendo lo zeitgeist, intuisce il potenziale del prêt-à-porter di lusso, e acquista la MacPherson di Pisa, una rinomata azienda specializzata nella produzione di manufatti di cachemire.

Nel 1972 fonda la maison Laura Biagiotti e sfila al Circolo della Stampa di Firenze, attirando l’attenzione di pubblico e buyer grazie ad uno stile estremamente femminile che lei stessa definisce come pensato “da una donna, per le donne”.

I pochi ma preziosi capi che compongono la collezione, realizzati utilizzando solo materiali raffinati e di straordinaria qualità, su tutti il cashmere, girano attorno ad una giacca bianca, che può essere indossata sia di giorno che di sera, a patto di variare gli accessori.

Gli anni ’70 sono anni di grande fermento culturale e di epocali cambiamenti: la rivoluzione del prêt-à-porter conduce Laura Biagiotti ed altri grandi nomi come, ad esempio, Walter Albini, Missoni e Krizia, ad abbandonare le passerelle romane dell’Alta Moda per sfilare a Milano, trasformandola di fatto nell’epicentro italiano del fashion.

Negli anni ’80 lo stile di Laura Biagiotti è ormai altamente riconoscibile: il New York Times la incorona “The Queen of Cashmere”; nel 1988 è la prima italiana a sfilare in Cina, a Pechino, dove 30 modelle cinesi indossano più di 150 sue creazioni.

Nel frattempo, trasferisce casa & bottega a Guidonia, nel castello di Marco Simone, un maniero dell’XI secolo che lei stessa fa restaurare. “Una scelta decisiva nella mia vita al bivio dei 35 anni”, racconta, “vivere e lavorare in campagna, affetti e impegni professionali, passione antiquaria e ricerca di costume, teatro del quotidiano e della moda, tutti in un unico contenitore”.

Gli anni ’90 la vedono protagonista di altri importantissimi momenti: nel ’92, a New York, riceve il premio di Donna dell’Anno; nel ‘95 viene insignita dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica ed è la prima stilista italiana a sfilare a Mosca.

Nel corso della sua carriera, Laura Biagiotti porta in passerella personaggi del mondo dello sport, lancia sul mercato profumi di grande successo (su tutti Roma, dedicato alla sua amata città natale), disegna la linea kids e la linea di lingerie, e poi borse, occhiali, foulard, ombrelli, calzature, biancheria per la casa e persino bomboniere.

Muore a Roma il 26 maggio del 2017, lasciando nelle mani della figlia Lavinia, che la affianca dal 2005, il suo candido, prezioso e femminile impero.

“Pensare che quando ho presentato la mia prima sfilata a Milano il calendario si faceva per telefono. Era il 1974, due anni dopo l’esordio. Ken Scott chiedeva: tu sei di mattina? Allora mi metto dopo pranzo. Così Walter Albini. La moda è cambiata, la concorrenza ora è spietata. Ma questo lavoro mi diverte sempre. Mi proietta nel futuro. Non so mai in che stagione siamo, sono in sintonia con la collezione che disegno”.

(Laura Biagiotti)

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