Buongiorno!

Febbraio è il mese degli innamorati, e la protagonista della Storia di Fashion di oggi è un’imprenditrice visionaria che ha a che fare tanto con il brand di moda che porta il suo nome quanto con l’invenzione dei cioccolatini simbolo di San Valentino. Sto parlando di Luisa Spagnoli.

Nata a Perugia nel 1877, Luisa è figlia di un pescivendolo e di una casalinga. Le sue umili origini non rappresentano un ostacolo alla sua intraprendenza: poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli, assieme al quale rileva una confetteria.

La bottega cresce insieme alla famiglia: la giovane coppia ha infatti presto tre figli: Mario, Armando e Aldo.

Nel 1907, assieme a Francesco Buitoni e Leone Ascoli ingrandisce la confetteria e fonda ufficialmente la Perugina.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale gli uomini partono per la guerra. Luisa, anziché lasciarsi scoraggiare dalla situazione, la prende in mano: dalle sue intuizioni nasceranno, nel 1922, il cioccolato Luisa e i famosi Baci.

Un giorno, infatti, Luisa si rende conto che a fine lavorazione gli scarti di cacao e granella di nocciole vengono gettati via. Allergica agli sprechi, inventa una pralina amalgamando insieme la granella di nocciole, una nocciola intera e del cioccolato fuso, che riveste con il fondente Luisa: la chiama Cazzotto, perché le ricorda una mano chiusa in un pugno.

Nel frattempo, in azienda, ha fatto il suo ingresso il giovane figlio di Francesco, Giovanni Buitoni. Segretamente innamorato (e corrisposto!) di Luisa, suggerisce di chiamare il nuovo cioccolatino Bacio. Narrano le cronache che l’idea dei cartigli con su scritte le frasi d’amore viene a Federico Seneca, art director della Perugina di allora, che si sarebbe ispirato proprio alla storia d’amore segreta tra Luisa e Giovanni.

Nel 1923 Annibale Spagnoli, comprensibilmente, lascia l’azienda e la famiglia.

Luisa si rende così conto che per una donna gestire figli e lavoro non è semplice. Decide di realizzare un asilo nido all’interno della Perugina ed anche uno spaccio dove le dipendenti possono fare la spesa.

E la moda?

Bisogna aspettare ancora qualche anno. È nel 1928 che Luisa inizia ad allevare conigli d’angora, una specie mai allevata prima in Italia. Li coccola, li pettina e li accudisce. Li vuole in perfetta salute perché non intende ucciderli, bensì ottenere da loro il prezioso filato con cui realizzare raffinati scialli e boleri. Dopo aver condotto delle prove assieme ad alcune dipendenti della Perugina, inizia una produzione vera e propria.

Le confezioni Spagnoli riscuotono subito un grandissimo successo, grazie alla combinazione vincente di tessuto pregiato e manifattura elegante.

Si tratta di capi destinati a diventare oggetto del desiderio delle donne dell’epoca, presto indossati anche da stelle del cinema come Sofia Loren e Anna Magnani.

Anche all’interno di questa seconda azienda Luisa porta la sua visione di imprenditrice attenta ai bisogni dei dipendenti e, soprattutto, delle dipendenti, rivoluzionando di fatto il mondo del lavoro femminile.

Muore a Parigi nel 1935, a causa di un tumore allora incurabile, assistita fino alla fine da Giovanni Buitoni.

Sarà il figlio Mario a raccoglierne l’eredità professionale e a rendere la Luisa Spagnoli un vero e proprio marchio, con una produzione industriale e una rilevanza sul mercato.

“La capacità di immaginare quello che ancora non c’è. Questo fa la differenza”.

(Luisa Spagnoli)

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