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La Storia di Fashion di oggi riguarda un grandissimo stilista per cui vale la pena scomodare l’aggettivo visionario: sto parlando di Pierre Cardin.

Nato nel 1922 a Sant’Andrea di Barbarana in provincia di Treviso, il piccolo Pietro Costante Cardin diventa a soli due anni cittadino francese. I suoi genitori infatti, convinti antifascisti, decidono di fuggire dall’Italia e riparare a Saint-Etienne: il capoluogo della Loira è il centro dell’industria del Paese, il posto ideale per una famiglia numerosa – Pietro è l’ultimo di dieci figli – che ha perso le sue ricchezze in seguito allo sconquasso economico lasciato dalla Prima Guerra Mondiale.

In breve tempo, il piccolo Pietro diventa per tutti Pierre.

A quattordici anni è ormai considerato abbastanza grande da poter inizia a lavorare. Trova un posto da apprendista nella bottega di un sarto, e presto capisce che quel mestiere gli piace.

Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale decide di prestare servizio nella Croce Rossa, dove fa esperienza come contabile, cosa che gli sarà molto utile in futuro.

Appena il conflitto termina, si trasferisce a Parigi, dove trova lavoro prima da Jeanne Paquin, poi da Elsa Schiaparelli e infine da Christian Dior, dove assume il ruolo di primo sarto. L’unico che lo respinge è Cristóbal Balenciaga.

Nel 1950 fonda la sua maison. Appena tre anni più tardi presenta la sua prima collezione couture che riscuote un successo immediato e fragoroso. Da quel momento Pierre Cardin si sente libero di osare e sperimentare, in una parola, di innovare.

Nel 1954 realizza il celebre bubble dress, un abito con la gonna a palloncino: non si era mai visto niente del genere.

“Ciò che viene per prima, è la forma”, sostiene lo stilista, “Poi, la materia che esprime i volumi, la fluidità, il languore. Il colore non è che l’ultimo elemento”.

In verità, l’ultimo elemento è la persona che indosserà i suoi abiti: per Cardin non è l’abito che deve adattarsi alla forma del corpo, bensì il contrario.

Nel 1957 realizza una collezione per Printemps, celebre catena francese di grandi magazzini. L’operazione, una novità assoluta, gli costa la momentanea espulsione dalla Chambre Syndicale ma lo consegna alla storia come l’inventore del prêt-à-porter.

“Ho chiesto a me stesso: perché solo i ricchi possono accedere alla moda esclusiva? Perché non possono farlo anche l’uomo o la donna della strada? Io potevo cambiare questa regola. E l’ho fatto”, dichiara a chi gli domanda se ne sia valsa la pena.

Durante quello stesso anno è anche il primo stilista ad aprire una boutique di alta moda in Giappone, capendo le potenzialità di un mercato tanto lontano quanto ricco.

Ogni sua mossa porta con sé qualcosa di nuovo nel settore del fashion, sia dal punto di vista della strategia commerciale che da quello della comunicazione.

Negli anni ’60 si appassiona all’immaginario spaziale e rivoluziona completamente tutte le forme dei vestiti: per l’uomo, realizza i completi senza revers (resi celebri dai Beatles), mentre per la donna inventa l’abito cut-out e si contende con Mary Quant la genitorialità della minigonna.

L’insolita e futuristica collezione Cosmocorps, caratterizzata da forme all’avanguardia, colori forti e materiali inusuali come PVC, lycra e vernice – è la punta di diamante di un nuovo stile che avrebbe contagiato altri designer e caratterizzato il look dei Sixties.

Nello stesso periodo, Cardin lancia una collezione unisex, anticipando di decenni le tendenze odierne, ed è il primo a dedicare una linea ai bambini.

Altri gesti innovativi sono l’apertura a Parigi dell’Escare Cardin, nel 1971, un centro creativo interdisciplinare; la sfilata sulla Grande Muraglia Cinese, nel 1979, antesignana di tutte le future sfilate ambientate in location strane o grandiose; l’acquisto del ristorante parigino Maxim’s, nel 1981, di cui esporta il concept a New York, Londra e Pechino.

Stilista, imprenditore e filantropo, Pierre Cardin possiede anche diverse proprietà immobiliari, ciascuna a suo modo unica: un castello a Lacoste che era stato abitato dal Marchese de Sade; il palazzo Ca’ Bragadin a Venezia dove soggiorna quando viene in Italia; il Palais Bulles, sulla Costa Azzurra, progettato dall’architetto Antti Lovag e caratterizzato da linee sinuose, circolari.

Il 29 dicembre del 2020 Pierre Cardin, alla bell’età di 98 anni, muore.

Sarà ricordato da tutti come lo stilista futurista.

“Gli abiti che preferisco sono quelli che ho inventato
per una vita che ancora non esiste, per il mondo di domani”.
Pierre Cardin

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